Estratto da: © 2015 SIRCA • Società Italiana Ricerca Cannabis
Ministero della Salute, Welfare e Sport (versione data: 11 dicembre 2008)
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L’autoterapia, a prescindere comunque dalle disposizioni della legge italiana che impone la prescrizione di ricetta medica, non è consigliabile come anche l’utilizzo della pianta attraverso il fumo non solo per il rischio cancerogeno legato alla combustione ma anche per le caratteristiche farmacologiche di una sostanza utilizzabile solo per fini terapeutici.Va sottolineato che la giusta combinazione e la via di somministrazione dei principali costituenti migliora le potenzialità terapeutiche e riduce gli effetti collaterali permettendo il prosieguo della terapia in modo ottimale.Non ci può essere paragone inoltre fra la qualità di una pianta cresciuta in ambiente controllato al riparo degli inquinanti ed un’altra proveniente da aree non protette praticamente esposta ad ogni tipo di rischio chimico e ambientale.
La via di somministrazione provocherà una durata degli effetti dei principi attivi
( ….centinaia ) diversa a secondo della patologia e della sintomatologia riferita.
E’ così che l’inalazione, l’ingestione ed altre vie di utilizzo trovano le relative indicazioni.
Come per tutte le patologie la visita medica è fondamentale.Un attento ascolto della storia del paziente aiuterà a formulare la giusta diagnosi.Seguirà il consiglio terapeutico.Questo è caratterizzato da un impiego graduale del farmaco.I primi giorni di cura servono soprattutto a valutare gli eventuali effetti collaterali.Quindi gradualmente si modifica la terapia fino ad arrivare alla dose ottimale.In linea di massima non è una buona idea abbandonare la terapia in corso ma è auspicabile integrarla con la Cannabis.Il risultato non è immediato ed è anche per questo che non è consigliabile sospendere gli altri presidi terapeutici.
Ci sono notevoli differenze nelle conoscenze sugli usi medici della cannabis e dei cannabinoidi nelle diverse malattie. Per la nausea e il vomito associato con la chemioterapia anticancro, l’anoressia e la cachessia nell’HIV/AIDS, la spasticità nella sclerosi multipla e nelle lesioni traumatiche del midollo spinale, ci sono forti evidenze di benefici medici. Per molte altre indicazioni, come epilessia, disturbi del movimento e depressione ci sono molti meno dati disponibili. Tuttavia, le prove scientifiche per una specifica indicazione non riflettono necessariamente il reale potenziale terapeutico per una data malattia.
Gli studi clinici con singoli cannabinoidi o, meno spesso, con preparazioni della pianta intera (marijuana fumata, estratto di cannabis in capsule) sono spesso stati ispirati da esperienze positive aneddotiche di pazienti che avevano usato prodotti grezzi di cannabis. Gli effetti anti-emetici, stimolatori dell’appetito, rilassanti, analgesici e l’uso terapeutico nella sindrome di Tourette furono tutti scoperti in questo modo.
Osservazioni accidentali hanno anche rivelato effetti terapeuticamente utili. Ciò è avvenuto in uno studio su pazienti con malattia di Alzheimer, in cui il fine principale era l’esame degli effetti stimolatori dell’appetito del THC. Ma non solo aumentò l’appetito e la massa corporea, ma anche diminuirono i comportamenti anormali fra i pazienti. La scoperta della diminuzione della pressione endo-oculare con la somministrazione di THC, all’inizio degli anni 1970, fu anch’essa dovuta a una felice casualità. Altre interessanti indicazioni che non sono state scientificamente investigate, ma restano problemi comuni nella moderna medicina possono beneficiare del trattamento con cannabis e cannabinoidi. Per questa ragione, negli ultimi tre-quattro anni sono state condotte delle indagini interrogando le persone che usano cannabis a scopo terapeutico. Sono state condotte sia come interviste orali non standardizzate nel corso di ricerche sul potenziale terapeutico della cannabis da parte di istituzioni scientifiche o statali (in Gran Bretagna, il Select Committee sulla scienza e la tecnologia della Camera dei Lord, negli USA l’Institute of Medicine) sia come indagini anonime utilizzando questionari standardizzati.